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Caso Mitterrand: se i conti esistono, sono bloccati

Jean-Christophe Mitterrand. Keystone / AP Photo / Michel Euler

La giustizia ginevrina ha accolto la richiesta di assistenza giudiziaria francese, per l'inchiesta su un presunto traffico d'armi con l'Angola, in cui sarebbe coinvolto il figlio dell'ex presidente François Mitterrand.

Questo contenuto è stato pubblicato il 05 gennaio 2001

Jean-Christophe Mitterrand è stato arrestato il 21 dicembre, con l'accusa di complicità in traffico d'armi, ed è anche sospettato di aver intascato tangenti. Le accuse risalgono alla sua attività di consigliere alla presidenza per gli affari africani, dal 1986 al 1992.

Il figlio dell'ex presidente si è rifiutato di pagare una cauzione di 5 milioni di franchi francesi per tornare in libertà e sostiene che i soldi che si trovano sul suo conto in Svizzera provengono da operazioni relative a uno scambio di crediti bancari contro petrolio angolano.

La giustizia francese ha inoltrato una richiesta di assistenza giudiziaria alla Svizzera e ha chiesto il congelamento di conti bancari. «Se esistono conti, sono stati bloccati» si è limitato a dire il giudice ginevrino Daniel Devaud, confermando un'informazione apparsa nella «Tribune de Genève».

In relazione alla vicenda, la giustizia ginevrina potrebbe inoltre aprire un'inchiesta per riciclaggio di denaro sporco. Né il procuratore generale Bernard Bertossa né Daniel Devaud hanno voluto fare commenti in proposito.

swissinfo e agenzie

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