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Camionisti italiani infuriati contro la Svizzera

Colonne di traffico: uno scenario sempre più frequente dalla riapertura della galleria del Gottardo Keystone Archive

Nuove lamentele degli autotrasportatori italiani contro le autorità svizzere: in una lettera denunciano le nuove misure imposte per limitare il traffico pesante.

Questo contenuto è stato pubblicato il 08 febbraio 2002

Gli autotrasportatori italiani «lamentano di essere sempre più costantemente oggetto di vessazioni della polizia svizzera» sugli assi del San Gottardo e del San Bernardino. Per questo sollecitano un intervento urgente presso Berna affinché non vi siano più abusi che costringono i camionisti «ad estenuanti ed inutili soste forzate ai margini della strada», «per ore, in condizioni disumane».

In una lettera inviata giovedì ad autorità e parlamentari comaschi, della Regione Lombardia e di Roma, nonché alle organizzazioni del settore, Giorgio Colato, presidente del Comitato interministeriale provinciale per l'Albo degli autotrasportatori di Como (CPAA) denuncia i disagi crescenti subiti dai camionisti che transitano dal San Gottardo e dal San Bernardino. Disagi che, sempre secondo la lettera, sembrano «creati ad arte per scoraggiare i tir ad attraversare la Svizzera».

Continui rallentamenti sull'asse nord-sud

Quale esempio concreto recente dell'imposizione abusiva di interminabili attese a fine dissuasivo, il presidente del CPAA cita quanto successo mercoledì scorso. In passato, secondo Colato, 20-30 cm di neve non avevano mai rallentato o paralizzato il traffico. Improvvisamente invece ora per una leggera nevicata la polizia ticinese ferma i tir al confine, provocando chilometri di code in territorio italiano.

Nella lettera si afferma che il «dosaggio» del traffico è attuato per nascondere l'aumento del traffico pesante conseguente alla decisione di consentire il passaggio dei camion di 40 tonnellate. In sostanza, la Svizzera è accusata di voler incassare la tassa sul traffico pesante commisurata alle prestazioni (TTPCP), ma di non voler sopportare la crescita del numero dei veicoli pesanti in transito che ne deriva.

Profondamente preoccupato della gravità della situazione, il CPAA chiede perciò ai destinatari della missiva di agire rapidamente per fare chiarezza con la Svizzera e affinché «una servitù di passaggio» (ossia la TTPCP) «non sia usata arbitrariamente» per il solo profitto della Confederazione, a scapito degli autisti e dell'Italia, in particolare nella regione di confine, che devono sopportare i disagi provocati dal «dosaggio» effettuato «adducendo il pretesto della sicurezza». Giorgio Colato sottolinea peraltro un'anomalia indicativa: soltanto i camion non possono incrociarsi in galleria, mentre il divieto non è applicato.

La sicurezza al centro per Berna

Da parte loro, le autorità svizzere hanno smentito finora le accuse espresse dagli autotrasportatori italiani. Secondo il Dipartimento federale dei trasporti, le misure di contenimento del traffico pesante sono state introdotte soltanto per questioni di sicurezza, in modo particolare per evitare nuove tragedie, come quella della galleria del Gottardo del 24 ottobre scorso.

Tra i nuovi provvedimenti applicati dopo la riapertura della galleria figurano il passaggio alternato dei camion in una sola direzione. Gli automezzi pesanti vengono inoltre regolarmente deviati o bloccati negli spazi di sosta previsti sull'autostrada n. 2.

swissinfo e agenzie

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