Berna, aperta conferenza sulla migrazione
Christoph Blocher, ministro della giustizia e paladino di leggi più severe in materia d'asilo, ha inaugurato una conferenza internazionale sui flussi migratori.
I lavori, che dureranno due giorni, hanno l'obiettivo di mettere a fuoco i progressi fatti dal lancio della cosiddetta Iniziativa di Berna, avvenuto nel 2001.
L'Iniziativa di Berna è un testo non vincolante che si propone di individuare gli «interessi comuni» dei paesi interessati dai flussi migratori. Copre dei temi come i diritti dei migranti, l'integrazione, l'immigrazione illegale e il traffico di esseri umani.
Stando ai dati delle Nazioni unite, dal 1965 il numero di migranti è raddoppiato, raggiungendo quota 175 milioni.
«Lo scopo dell'Iniziativa di Berna è di migliorare il modo con il quale i diversi paesi gestiscono i fenomeni di migrazione a livello regionale e globale», afferma Eduard Gnesa, direttore dell'Ufficio federale dell'immigrazione, dell'integrazione e dell'emigrazione (Imes) e dei lavori della conferenza.
«L'obiettivo può essere raggiunto se i governi cooperano al fine di pianificare e gestire in modo umano e ordinato gli spostamenti di persone», continua Gnesa.
Dibattito a tutto tondo
Alla conferenza, che si conclude venerdì 17 dicembre nella capitale elvetica, partecipano 300 persone provenienti dai diversi angoli del pianeta. All'ordine del giorno c'è un'agenda internazionale per la gestione dei flussi migratori. Secondo i promotori, si tratta del primo serio tentativo volto a mettere in luce «in modo complessivo tutti i maggiori aspetti della migrazione».
«Questa agenda è pensata come strumento per i governi intenzionati a sviluppare dei moduli di cooperazione nel campo della migrazione», spiega Gnesa. «E questo pur rispettando nel modo più assoluto la sovranità dei singoli paesi».
«Non si tratta di arrivare ad una convenzione internazionale. Non sta alla Svizzera proporre un accordo sulla migrazione che impegna da un punto di vista legale e che le altre nazioni sono tenute a firmare».
Il governo elvetico spera che l'agenda possa stabilire gli elementi quadro in base ai quali redigere una serie di linee guida internazionali volte a regolare emigrazione e immigrazione.
Attualmente, l'unico trattato internazionale che si occupa degli spostamenti di persone è la Convenzione ONU del 1951 sullo statuto dei rifugiati.
Se durante i colloqui a Berna si raggiungerà un'intesa, l'Agenda per la gestione dei flussi migratori sarà presentata alla Commissione per le migrazioni internazionali. La Commissione, basata a Ginevra, dovrebbe sottoporre un suo proprio rapporto al segretario generale delle Nazioni unite, Kofi Annan, entro la fine dell'anno prossimo.
Riorganizzazione
La conferenza si tiene poche settimane prima della nomina di Gnesa a capo dell'Ufficio federale delle migrazioni, che nascerà dalla fusione dell'IMES e dell'Ufficio federale dei rifugiati. La fusione è stata voluta da Christoph Blocher, da un anno a capo del dipartimento di giustizia e polizia.
In governo, Blocher non ha mai fatto segreto della sua volontà di combattere l'immigrazione illegale e d'inasprire la legislazione in materia d'asilo.
Tra le sue proposte si trova l'idea di allestire dei campi per i rifugiati nei paesi dai quali i migranti prendono la via per l'Europa. Ha inoltre commissionato un rapporto che punta il dito contro la minaccia rappresentata dai clandestini, sempre più coinvolti in atti criminali e nel lavoro in nero.
Lo studio, contestato dai gruppi d'aiuto ai rifugiati, delinea una serie di misure atte a contrastare il flusso di immigrati illegali, come l'introduzione di una banca dati con le caratteristiche biometriche dei richiedenti l'asilo e controlli più intensi alle frontiere.
swissinfo, Ramsey Zarifeh
(Traduzione: Doris Lucini)
In breve
L'iniziativa di Berna è stata lanciata dalle autorità svizzere nel corso del Simposio internazionale sulla migrazione che si è tenuto nel 2001.
L'obiettivo dell'iniziativa è di aumentare la cooperazione internazionale e di rendere più umana e organizzata la gestione dei flussi migratori.
Secondo le Nazioni unite, nel 2000 hanno lasciato il loro paese per emigrare 175 milioni di persone, il doppio di quelle registrate nel 1965.

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