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Basilea, metropoli islamica

Natacha Atlas Keystone Archive

Da mercoledì 20 giugno a domenica 1° luglio Basilea diventa la capitale della world music. Dopo due anni di pausa, torna il festival "Musik der Welt", con un ricchissimo programma dedicato in particolare ai suoni urbani del mondo islamico. Tra gli ospiti la cantante Fairuz, vera leggenda della musica libanese, l'ex Talking Head David Byrne, la londinese cairota Natacha Atlas e i gitani rumeni Taraf de Haïdouks.

Questo contenuto è stato pubblicato il 19 giugno 2001 minuti

A scorrere il programma del festival "Musik del Welt" di Basilea, una cosa salta subito all'occhio, ed è la difficoltà di dare un significato sintetico all'etichetta "world music". A Basilea suonano artisti fortemente radicati nella tradizione musicale del loro paese e della loro cultura, come il fantastico gruppo gitano dei Taraf de Haïdouks, clan di musicisti con una storia musicale di generazioni alle spalle, o il cantante Faiz Al Faiz, cultore della tradizione qawwali pakistana e uno dei successori del celebre Nusrat Fateh Ali Khan.

Nella città renana si potranno però ascoltare anche musiche che arrivano dal cuore del mondo arabo, ma che hanno debiti fortissimi verso la cultura pop occidentale, come il rap degli algerini MBS (le micro brise le silence). E soprattutto si potranno incontrare personaggi che si muovono agevolmente tra mondi e culture diverse, come Natacha Atlas, ex-cantante dei Transglobal Underground, le cui origini cristiano-ebraico-arabe e le cui escursioni musicali tra tradizione araba e musica elettronica sono una sfida vivente ad ogni tentazione di purezza etnica o culturale, o gli anglo-indiani DCS, esponenti di punta della Punjab Dance Nation, fantasioso e vivace pot-pourri di musica popolare indiana e pop occidentale.

Oppure ancora Cheb Khaled, il celeberrimo cantante Raï, la cui canzone "Aïcha" è rimbalzata da un juke-box all'altro per tutto il globo, negli scorsi anni. E David Byrne, colto e raffinato musicista newyorchese, che provocatoriamente anni fa diceva "I hate world music" (odio la world music), salvo poi farsi ambasciatore con l'etichetta Womad/Real World, delle migliori musiche del mondo, da Fateh Ali Khan ai canti lapponi di Mari Boine, alle voci magiche dei pastori asiatici della Repubblica di Tuva.

Difficile del resto rendere conto di tutte le sfumature del festival di Basilea. Dal 20 giugno al 1° luglio si susseguiranno sul palco 20 concerti, per un totale di oltre 200 musicisti. Assolutamente da vedere il concerto della cantante libanese Fairuz, l'"ambasciatrice delle stelle", un monumento nazionale in carne, ossa e corde vocali.

A Basilea aprirà il festival, esibendosi il 20 giugno allo Stadtcasino, accompagnata da un'orchestra tradizionale araba e da un'orchestra sinfonica, a dimostrare ancora una volta la straordinaria capacità dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo di far dialogare culture e tradizioni. Il concerto di Fairuz a Basilea rappresenta una piccola sensazione: solo altre due volte negli ultimi vent'anni la cantante si è esibita in Europa. Nel suo paese e in tutto il mondo arabo è forse una delle più note cantanti in assoluto.

L'offerta del festival "Musik der Welt" va però anche oltre la musica. La mostra fotografica "Architecture for a changing world", sponsorizzata dalla Direzione per lo sviluppo e la cooperazione (DSC), presenta aspetti dell'architettura islamica contemporanea, mentre una rassegna di film è dedicata all'ospite d'onore, la città di Beirut. E attorno al festival sorge un ampio mercato, colmo di odori, merci e pietanze da tutto il mondo.

Il festival si svolge, fatta eccezione per il concerto di Fairuz, nell'area del Kasernenplatz.

Andrea Tognina

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