Banche svizzere con il vento in poppa
La redditività degli istituti di credito svizzeri ha sbaragliato nel 1998 non solo i risultati europei, ma anche quelli americani e giapponesi. Il tasso elvetico del 25,9 per cento è il più alto fra quelli registrati da Eurostat.
La media Ue si è attestata nello stesso anno sul 7,6 per cento, con sensibili variazioni da un paese all'altro. Negli Stati Uniti il tasso di redditività è stato del 14,2 per cento e in Giappone, a causa della recessione, le banche commerciali hanno dovuto registrare un duro colpo con un indice molto negativo, meno 18,5 per cento.
Lo studio di Eurostat, condotto sul periodo 1994-1998, conferma la tendenza, già segnalata gli anni scorsi ad una sempre maggior concentrazione nel settore bancario con una progressiva, ma continua diminuzione del numero degli istituto di credito esistenti. Le banche commerciali svizzere, 381 in totale nel 1998, si sono ridotte nel quadriennio in esame dell'11 per cento.
Dato molto simile a quello registrato nell'Unione europea che ha visto calare mediamente del 13 per cento il numero dei suoi istituti di credito. Particolarmente toccati dai tagli la Francia (- 26 per cento), il Portogallo (- 25 per cento),e il Belgio (- 22 per cento). Solo in Grecia ed Irlanda la quantità delle banche è cresciuta. Negli Stati Uniti il numero degli istituti di credito è crollato del 16 per cento, mentre il fenomeno non ha toccato che marginalmente il Giappone, 3 per cento, vista la caratteristica del mercato già altamente concentrato.
Basti pensare che la taglia media di un istituto di credito europeo è di 314 dipendenti contro i 2699 nipponici. Eurostat è andato a vedere anche quanto hanno pesato le banche nelle differenti economie, registrando il rapporto tra bilancio totale e prodotto interno lordo nel 1998. Il risultato svizzero del 554 per cento - il che significa che il bilancio complessivo delle banche rappresentava 5,54 volte il PIL del paese - si distanzia in modo marcato da quello dei paesi dell'Ue.
In area comunitaria il rapporto è stato di circa 250 per cento con la punta più alta in Gran Bretagna (332 per cento). E il dato scende ancora se si considera l'economia giapponese, 141 per cento, e quella statunitense, 66 per cento. Unico paese che batte la Svizzera su questo particolare terreno è il Lussemburgo. Nel Granducato il bilancio degli istituti di credito era pari a 35 volte il PIL del paese.
Uno sguardo infine al tipo di prodotti collegati alle attività bancarie mostra che anche se gli interessi netti, derivanti dalla attività classica di deposito e prestiti, continuano ad essere l'entrata più importante per le banche gli utili derivanti dalle commissioni pagate per vari altri tipi di prodotti sono destinati a crescere.
Nel 1998 in Svizzera i guadagni netti risultanti dalle attività bancarie tradizionali hanno rappresentato 3,2 volte l'importo delle entrate relative alle commissioni nette. Nei paesi dell'Unione europea il rapporto è stato di 2,5 volte, negli Stati Uniti di 2 e in Giappone di 9,7.
Laura Forzinetti

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