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Ancora lontane le posizioni sulla nuova legge sugli stranieri

Per i sindacati, il "modello dei due cerchi" previsto dalla nuova legge discrimina i lavoratori Keystone

Il progetto di nuova legge sugli stranieri suscita reazioni diametralmente opposte. I partiti borghesi l'approvano, la sinistra e i verdi la giudicano discriminatoria. Il padronato teme le conseguenze sul mercato del lavoro.

Questo contenuto è stato pubblicato il 14 novembre 2000 - 14:05

Un solo punto sembra fare l'unanimità al termine della procedura di consultazione: una revisione della legge federale attuale sul soggiorno e il domicilio degli stranieri, che risale al 1931, è più che mai urgente. Per il resto, i risultati della procedura di consultazione mettono in evidenza il fossato tradizionale fra destra e sinistra.

Il progetto di revisione concerne le persone provenienti da Stati non membri dell'Unione europea o dell'Associazione europea di libero scambio. Lo scopo è di limitare quell'immigrazione alla manodopera qualificata di cui l'economia svizzera ha bisogno. Le disposizioni previste per i cittadini dell'Ue e per i loro famigliari sono invece più generose. Per questo si parla di "modello dei due cerchi".

Per il Consiglio federale, la legge sugli stranieri costituisce un'alternativa all'iniziativa che proponeva di limitare gli stranieri al 18 percento della popolazione svizzera bocciata lo scorso 24 settembre in votazione popolare.

Il progetto di legge istituisce due categorie di stranieri, constatano il Partito socialista e i Verdi. Per loro, gli stranieri provenienti da fuori Europa sono discriminati. Stessa opinione anche per i Giuristi democratici svizzeri, che ritengono la nuova legge "troppo repressiva". L'Ufficio svizzero di aiuto ai rifugiati chiede una rivalutazione dello statuto delle persone ammesse provvisoriamente.

Dal campo borghese giungono invece reazioni fondamentalmente positive nei confronti del modello dei due cerchi. Il partito radicale democratico e i popolari democratici ritengono che i permessi di soggiorno non devono fondarsi sulla durata del soggiorno in Svizzera, ma sul livello di integrazione degli stranieri.

L'Unione democratica di centro va nella stessa direzione e chiede che le misure d'integrazione siano destinate alle persone che sono pronte a integrarsi.

Contrariamente a radicali e popolari democratici, l'UDC si oppone invece a un allargamento del ricongiungimento delle famiglie per gli stranieri in Svizzera per poco tempo.

Il padronato, per bocca dell'Unione svizzera degli arti e mestieri, è soltanto parzialmente soddisfatta del testo sottoposto in consultazione. Esso non tiene sufficientemente conto delle specificità del mercato del lavoro nei diversi settori economici e nelle regioni.

L'USAM rivendica la possibilità per le aziende di assumere mano d'opera poco qualificata non europea. Un'opzione che contesta invece la Confederazione dei sindacati cristiani. Per il sindacato, la mano d'opera non qualificata deve provenire dall'Unione europea e chiede la rinuncia ai permessi di soggiorno di corta durata.

swissinfo e agenzie

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