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Anche l'UDC raccomanda di approvare gli accordi con l'Unione europea il 21 maggio

I delegati dell'UDC hanno deciso di raccomandare il «sì» agli accordi bilaterali con 297 voti contro 201. L'assemblea riunita sabato ad Appenzello ha deciso così di seguire la posizione del comitato centrale del partito.

Questo contenuto è stato pubblicato il 15 aprile 2000

Il voto si preannunciava combattuto considerato il «no» delle sezioni cantonali di Lucerna e Zurigo a fronte del «sì» espresso venerdì dai vertici dell'Unione democratica di centro, con 32 voti contro 11.

È toccato al presidente della Confederazione Adolf Ogi difendere gli accordi settoriali. Ha esordito ricordando ai delegati di mostrare coerenza con se stessi riguardo l'intesa considerando che fu proprio l'UDC a chiedere, all'indomani del voto negativo sullo Spazio economico europeo (SEE), l'apertura di negoziati bilaterali.

Egli ha poi invitato i delegati a non demonizzare gli accordi «i quali offrono all'economia nuove opportunità». Frutto di un lungo negoziato, essi prevedono anche degli obblighi, «ma gli inconvenienti causati dalla loro applicazione possono essere agevolmente superati se si tien conto dei vantaggi che ne deriveranno». Un rifiuto, ha aggiunto Ogi, «non ci aiuterà ad affrontare la mondializzazione in corso né la concorrenza crescente».

Al capo Del dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport ha ribattuto Christoph Blocher il quale ha ribadito quanto andava ripetendo da giorni ossia che respinge gli accordi bilaterali e le misure di accompagnamento a titolo personale. A suo parere, tuttavia, «la loro entrata in vigore indebolirà la piazza economica elvetica».

Blocher ha inoltre ricordato le Cassandre che prevedevano anni di crisi dopo la bocciatura dello See nel 1992. Previsioni smentite dai fatti, ha aggiunto, giacché da allora «la Svizzera si è aperta ancora di più al mondo senza lasciarsi ingabbiare in strutture di potere sovranazionali».

swissinfo e agenzie

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