Anche Berna deve preoccuparsi dei prigionieri politici in Turchia
È il senso dell'appello lanciato martedì all'indirizzo delle autorità federali, in relazione alle proteste di centinaia di detenuti politici turchi. Lo sciopero della fame intrapreso contro la prevista riforma carceraria in Turchia ha già fatto 11 vittime tra i detenuti e due tra i loro familiari.
La Svizzera deve impegnarsi di più per migliorare le condizioni di detenzione e i diritti dei prigionieri politici. È la richiesta formulata martedì a Berna dalla consigliera nazionale socialista Ruth-Gaby Vermont e da rappresentanti di organizzazioni non governative (Ong), in relazione allo sciopero della fame condotto da centinaia di detenuti politici turchi per protestare contro la condizioni di carcerazione vigenti in quel paese.
Un appello per un maggior impegno elvetico a loro favore è stato trasmesso durante le vacanze pasquali al capo del Dipartimento federale degli affari esteri, Joseph Deiss, e alla presidenza del Consiglio d'Europa, istituzione di cui la Vermont fa parte. Le autorità elvetiche, ha indicato la nota diramata martedì, sono pregate di intervenire presso il governo di Ankara a favore degli oltre 400 prigionieri politici, che da 180 giorni stanno conducendo uno sciopero della fame per protestare contro la prevista riforma carceraria.
Tale riforma prevede il trasferimento di prigionieri politici in cellule di isolamento, ciò che favorirebbe i soprusi dei guardiani e della polizia. Questa riforma, sostiene il comunicato, è contraria ai diritti umani ed è inaccettabile in uno stato di diritto. La Turchia prevede la costruzione di sessanta istituzioni carcerarie dotate di un cellule singole.
Parallelamente alla denuncia delle ONG, manifestazioni si sono svolte martedì a Berna e Ginevra. A Ginevra si sono dati appuntamento una cinquantina di manifestanti: alcuni di essi hanno fatto irruzione nella sede della commissione dei diritti umani dell'Onu, lasciando i locali dopo che dieci manifestanti sono stati ricevuti dal presidente della commissione. A Berna, trenta persone circa hanno manifestato nei pressi della stazione.
Intanto si allunga il tributo di vittime causato dalla protesta: ieri è deceduto un detenuto di 41 anni, attivo in un partito di estrema sinistra. Domenica era stata annunciata da due prigionieri la morte di un 19enne. Finora, 11 prigionieri sono giunti alle estreme conseguenze del loro gesto: ad essi si aggiunge il decesso, sempre per fame, di due parenti di detenuti.
swissinfo e agenzie

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