Analisi del voto sugli accordi con l'UE: riproposto lo schema della polarizzazione fra regioni linguistiche
La votazione del 21 maggio sui bilaterali ha messo in risalto la tradizionale spaccatura fra regioni linguistiche e fra zone urbane e rurali sui temi di politica estera. La Svizzera italiana ha dovuto subire da sola la supremazia delle altre regioni.
Come nelle precedenti votazioni sull'ingresso nello Spazio economico europeo, sull'adesione a Banca Mondiale e FMI e per i caschi blu dell'ONU, lo scrutinio è stato caratterizzato da una forte polarizzazione fra regioni linguistiche, sottolinea un rapporto dell'Ufficio federale di statistica (UST).
L'isolamento della Svizzera italiana è tuttavia un fatto raro. Gli accordi con l'Ue sono infatti stati approvati dal 78 percento dei romandi e dal 66 percento degli Svizzeri tedeschi mentre nella regione italofona sono stati respinti dal 57 percento dei votanti (57 percento in Ticino e 57,2 percento nel Grigioni italiano).
Questa estrema polarizzazione dei risultati, secondo l'UST è da attribuire al fatto che nella Svizzera tedesca sono aumentati di oltre 20 punti percentuali i consensi rispetto alle altre votazioni di politica estera. Il Röstigraben emerso nei precedenti scrutini si è quindi attenuato con questo voto, che ha invece visto contrapporsi ai due estremi la Romandia e il Ticino. Il divario appare ancora più netto nell'analisi dei risultati comunali: gli accordi sono stati approvati dal 98 percento dei comuni romandi, dal 74 percento dei comuni svizzero tedeschi e solo dal 18 percento di quelli ticinesi.
La supremazia delle altre regioni linguistiche sul Ticino non costituisce comunque né una costante né una nuova tendenza, assicura l'UST: nei 467 oggetti posti in votazione dal 1871 ad oggi, il Ticino si è infatti trovato dalla parte dei perdenti 89 volte e con i vincitori ben 378 volte. Altri cantoni hanno registrato un maggior numero di sconfitte. Inoltre dal 1971 il Ticino ha subìto in 249 votazioni la supremazia delle altre regioni per 43 volte, una percentuale inferiore rispetto a quella registrata dai cantoni romandi o da Svitto.
Quest'ultimo cantone - rivela ancora l'UST - ancora una volta ha confermato la fama di tenace oppositore agli oggetti posti in votazione. Dal 1871 ad oggi ne ha respinti ben 286 su 467, 69 in più rispetto alla media svizzera, ed è al primo posto nella classifica dei «Neinsager» assieme al Vallese.
Swissinfo e agenzie

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