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Alla ricerca di un nuovo emblema umanitario

Un nuovo emblema potrebbe aggiungersi ai due già riconosciuti swissinfo.ch

La Svizzera organizza una riunione internazionale a Ginevra in vista dell'adozione di un nuovo emblema per la Croce rossa e la Mezzaluna rossa.

Questo contenuto è stato pubblicato il 12 settembre 2005

Se il compromesso proposto dal CICR sarà accettato, la riunione potrebbe aprire le porte ad una conferenza diplomatica, preludio al riconoscimento ufficiale dei soccorritori israeliani.

Creata nel 1930, l'associazione «Magen David Adom» (scudo di David rosso) non fa ancora parte del Movimento della Croce rossa e della Mezza luna rossa, che riunisce le società nazionali dei soccorritori, la federazione cui appartengono e il Comitato internazionale della Croce rossa (CICR).

I soccorritori israeliani ci tengono molto al proprio emblema – una stella di David rossa - e rifiutano di indossare i due emblemi attualmente riconosciuti dal Movimento: la croce e la mezza luna.

L'ostilità dei paesi arabi

Diversi tentativi di uscire dall'impasse sono falliti essenzialmente a causa dell'ostilità dei paesi arabi nei confronti di Israele.

L'ultimo risale al 2000. In qualità di stato depositario delle Convenzioni di Ginevra, la Svizzera stava già allora per convocare una conferenza diplomatica degli stati firmatari della Convenzione.

In particolare una soluzione del CICR pareva mettere tutti d'accordo. La Svizzera proponeva un quadrato bianco, che poggia sull'angolo, su cornice rossa (che ricorda un cristallo). In certe occasioni, questo simbolo avrebbe potuto essere accompagnato dalla stella di David.

Ma dopo la seconda Intifada palestinese, la tensione tra i due fronti ha reso vani gli sforzi diplomatici della Svizzera.

Un simbolo neutro

Lunedì e martedì, su invito della Svizzera, i 191 rappresentanti degli stati firmatari della Convenzione di Ginevra tornano a discutere della soluzione proposta dal CICR.

Se le distanze si accorciano, la Svizzera potrà convocare una conferenza diplomatica, per adottare un protocollo aggiuntivo alle Convenzioni di Ginevra che convalidi il nuovo emblema.

Ciò significherebbe fra l'altro che la Croce rossa americana tornerebbe a versare il proprio contributo alla federazione internazionale, contributo che aveva interrotto nel 2000, proprio per protesta contro l'esclusione dei soccorritori israeliani.

Vite in gioco

Questa disputa sull'emblema potrebbe sembrare ridicola. Tanto più che sul terreno, la collaborazione tra il Magen David Adom e altre organizzazioni umanitarie non pone alcun problema.

Ma la storia dei loghi mette in pericolo la vita dei soccorritori e feriti in tempo di guerra. Ragion per cui il CICR ha sempre cercato di evitare la moltiplicazione dei simboli. Per non creare confusione intorno a quello universalmente riconosciuto e ampiamente rispettato della croce e della mezzaluna.

Resta il fatto che la scelta tra una croce e una mezzaluna – i due emblemi utilizzati oggi – non è gradita in alcuni stati in cui vivono insieme musulmani e cristiani.

«Adottare un nuovo emblema – neutro nella sua forma – costituisce un'opportunità per quegli stati interessati ad un simbolo privo di connotazioni religiose», sottolinea Antonella Notari, portavoce del CICR.

L'organizzazione umanitaria, dal canto suo, non intende cambiare il suo logo, la croce rossa su sfondo bianco. Secondo Antonella Notari, continua ad assolvere alla propria funzione protettrice nella maggior parte degli 80 paesi nei quali l'organizzazione è attiva. Ad eccezione, e non si tratta di un'eccezione minore, dell'Iraq e dell'Afghanistan.

swissinfo, Frederic Burnand, Ginevra
traduzione, Raffaella Rossello

In breve

Lunedì e martedì a Ginevra si tiene una riunione internazionale in vista della possibile adozione di un emblema supplementare, quello dell'organizzazione di soccorso israeliana Magen David Adom.

La Federazione internazionale della Croce rossa e della Mezza luna rossa raggruppa 181 società nazionali.

Insieme al CICR forma il Movimento internazionale della Croce rossa e della Mezza luna rossa.

Il movimento non riconosce ufficialmente la società nazionale dei soccorritori israeliani.

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