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Afghanistan, appello contro le sanzioni Onu

Profughi afghani tentano di entrare in Pakistan l'11 novembre scorso Keystone

Si è conclusa venerdì con un richiamo al Consiglio di sicurezza perché non rafforzi l'embargo contro il governo talebano la riunione del Gruppo di appoggio all'Afghanistan, presieduto dalla Svizzera. La siccità e il freddo stanno decimando la popolazione.

Questo contenuto è stato pubblicato il 08 dicembre 2000 - 16:55

La situazione in Afganistan è "sull'orlo di una catastrofe umanitaria" secondo le parole di Serge Chappatte, vicedirettore della Direzione per la cooperazione e lo sviluppo (DDC) e presidente dell'Afghanistan Support Group (ASG), un pool di 15 Stati, di agenzie dell'Onu e di organizzazioni non governative che coordina l'aiuto internazionale in questo paese dilaniato dalla guerra e, da un paio di anni, anche da un terribile siccità.

La Svizzera cederà il prossimo anno la presidenza alla Germania. L'ASG si è riunito per due giorni a Montreux per fare il punto sugli interventi necessari per soccorrere la popolazione che, con l'arrivo dell'inverno, rischia di morire di fame soprattutto nella parte nord-est del Paese.

Secondo l'Onu, se non si interviene quasi un milione di afghani potrebbero perdere la vita. Già oltre 200 mila hanno abbandonato le loro case e si sono rifugiati nelle grandi città, mentre 30 mila sono andati a ingrossare le file dei campi profughi nel vicino Pakistan che dal mese di settembre ha però chiuso le sue frontiere.

In una conferenza stampa giovedì al palazzo dell'Onu di Ginevra, Chappatte ha sottolineato come "anno dopo anno la situazione vada peggiorando. La siccità ha reso più dure le condizioni di vita di una popolazione già vulnerabile". Ha parlato del dramma della fame in alcune province del Nord -Est che ha visitato un paio di settimane fa.

"Ho avuto il privilegio - ha detto - di visitare Herat, che è uno dei centri più colpiti dalla carestia. Durante la mia visita 20 persone, in maggioranza bambini sono morti di fame e di freddo". Ad aggravare il quadro c'è la possibilità che il Consiglio di Sicurezza dell'Onu approvi nuove sanzioni contro il regime dei Talebani.

La risoluzione è in discussione in queste stesse ore a New York. "Ulteriori sanzioni economiche - ha aggiunto Chappatte - arrecherebbero nuovi effetti negativi sulla popolazione già stremata e rischiano di paralizzare la macchina degli aiuti umanitari". Il coordinatore dell'Onu Eric de Mul, presente all'incontro con i giornalisti, ha aggiunto che in caso di nuove sanzioni "l'intero staff dell'Onu sarebbe costretto a lasciare il Paese e probabilmente anche molte altre organizzazioni internazionali".

In particolare sotto la presidenza della Svizzera, l'ASG ha in questi anni praticato la via di una dialogo costruttivo con il regime dei Talebani basato su una diplomazia dei piccoli passi. Berna, che partecipa all'ASG dal 97, ha aumentato i suoi contributi per l'anno in corso da 7 a 10 milioni di franchi entrando così a far parte dei primi sei donatori più importanti.

Nell'appello lanciato alla fine del novembre, l'Onu ha chiesto per l'Afghanistan 275 milioni di franchi (finora solo il 17 per cento è stato promesso). La somma richiesta nel 99, circa 285 milioni, è stata però coperta soltanto per il 54 per cento dagli aiuti internazionali (a fine ottobre). Questi contributi, ha sottolineato de Mul, "permettono di fatto alla popolazione afghana di sopravvivere".

Maria Grazia Coggiola

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