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2005, l'anno delle fusioni

L'acquisto di Swiss da parte di Lufthansa (nella foto l'amministratore delegato della compagnia tedesca Wolfgang Mayrhuber) è solo la punta dell'iceberg. Keystone Archive

Fusioni, acquisizioni, offerte pubbliche d'acquisto (OPA): il 2005 è stato frenetico in Svizzera.

Questo contenuto è stato pubblicato il 27 dicembre 2005 - 12:53

Diversi fiori all'occhiello dell'economia, come Swiss, Unaxis o Saia-Burgess, sono passati in mani straniere. La tendenza però non è a senso unico.

Quest'anno fusioni e acquisizioni hanno ritrovato una salute di ferro, come sottolineato da un recente studio della società di consulenza KPMG. A livello mondiale, mensilmente sono state registrate in media 2'255 transazioni, per una somma record di 242 miliardi di franchi.

In Svizzera, le transazioni più importanti hanno riguardato la compagnia aerea Swiss, acquistata dalla tedesca Lufthansa; la società di assistenza aerea al suolo Swissport, passata in mani spagnole e il gruppo tecnologico Unaxis (ex Oerlikon-Bührle), diventato di proprietà austriaca.

Molto mediatizzate sono pure state due operazioni ostili. La giapponese Sumida ha cercato di appropriarsi del fabbricante friburghese di componenti elettroniche Saia-Burgess, poi finito nel girone della società di Hong Kong Johnson Electric. Un'altra OPA ostile è invece stata coronata da successo: la svedese Hexagon è infatti riuscita ad accaparrarsi la ditta sangallese Leica Geosystems (apparecchi di misura), dopo una battaglia con la statunitense Danahaer.

Forcing della Novartis

Il numero uno elvetico della televisione via cavo Cablecom è passata dal portafoglio di società d'investimento statunitensi a quello di Liberty Global, un gigante delle telecomunicazioni basato a Denver.

Lo specialista di colle e rivestimenti Forbo è invece riuscito a eludere il tentativo d'acquisto della britannica CVC e ha potuto conservare il suo "passaporto" svizzero.

I gruppi elvetici non sono però neppure loro rimasti con le mani in mano. Il gigante farmaceutico basilese Novartis ha speso una quindicina di miliardi di franchi per annettere i fabbricanti di medicinali generici Hexal (Germania) e Eon Labs (Stati Uniti) e – a breve – lo specialista di vaccini Chiron (Stati Uniti).

La Holcim, ditta sangallese leader nel settore del cemento, ha pure sborsato miliardi per acquisire la britannica Aggregate Industries.

Nel settore della moda, la lucernese Calida ha preso il controllo della francese Aubade, allargando così la sua gamma di abbigliamento intimo.

Più recentemente, Swiss Re ha offerto 11,3 miliardi di franchi per acquistare il ramo assicurazioni della General Electric. Se questa operazione andasse in porto, Swiss Re diventerebbe numero uno mondiale nel settore delle riassicurazioni.

Fusioni locali

Oltre a queste operazioni transfrontaliere, bisogna rilevare pure le numerose fusioni locali. Nel settore dell'edilizia, Zschokke e Batigroup sono convolate a nozze, in quello della distribuzione, la catena di supermercati Denner si è appropriata dei negozi Pick Pay, mentre la Julius Baer ha acquistato le banche private dell'UBS.

La lista non è di certo esaustiva. Secondo François Savary, economista indipendente, il ritmo indiavolato delle operazioni di ripresa e di fusione si spiega con "la montagna di contante di cui dispongono numerose società".

"Dopo la recessione di inizio secolo, i gruppi si sono ristrutturati e hanno ridotto i loro debiti, producendo in seguito enormi liquidità quando la congiuntura è ripresa". Un altro aspetto del ciclo attuale è che le società hanno rinunciato ad investire nel loro apparato produttivo. "Non credevano alla solidità della ripresa congiunturale", osserva Savary.

Oggi si è forse a una svolta, ma ciò non impedirà alle fusioni e alle acquisizioni di proseguire. La KPMG prevede "un inizio di 2006 febbrile". Diverse grosse operazioni si stanno del resto delineando: il gruppo biotecnologico ginevrino Serono sta riflettendo su un'eventuale vendita, mentre i fabbricanti di macchine SIG e Saurer potrebbero essere oggetto di OPA.

swissinfo, Philippe Gumy (Agenzia telegrafica svizzera)

Fatti e cifre

Valore delle esportazioni svizzere (2003): 133 miliardi di dollari. La Svizzera è al 15° rango tra le nazioni industrializzate.
Valore delle importazioni svizzere: 116 miliardi di dollari (17° rango).
La Svizzera esporta principalmente prodotti chimici, farmaceutici, elettronici e macchine.
I principali sbocchi sono i mercati tedesco, statunitense e francese.

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