"La cinematografia non è solo Hollywood"
Concluso il Festival internazionale del Film di Locarno è il momento della riflessione sulla manifestazione, sui finanziamenti necessari, sulla promozione del cinema elvetico. David Streiff, direttore dell'Ufficio federale della cultura, nonché direttore artistico a Locarno negli anni Ottanta, parla delle sue impressioni e dell'impegno della Confederazione per il film.
Il Festival è una macchina di successo. E i critici lo hanno sottolineato abbondantemente nella stampa. Oltre alla sorpresa o delusione per il film vincitore, si delinea un plauso unanime per Locarno che si definisce sempre più come un festival dalle caratteristiche particolari. Grazie alla sua apertura verso al mondo offre molto più della produzione che garantisce i grandi introiti al botteghino.
Per il direttore dell'Ufficio federale della cultura, seguire il richiamo di Locarno è importante: "Da una parte mi piace ritornare al Festival che ho diretto negli anni Ottanta per incontrare amici e conoscenti, dall'altra è mio compito in qualità di capo dell'Ufficio che é anche responsabile della promozione cinematografica, incontrare produttori e protagonisti del settore".
Anche per Streiff la nuova direttrice è un caso felice: "Non avevo dubbi sulle capacità di Irene Bignardi e l'accoglienza riservatale anche dalla stampa svizzera è incoraggiante. La sua programmazione nel segno della continuità mi sembra adeguata e il successo lo ha dimostrato".
Unico desiderio di un veterano del Festival: "Avrei auspicato la presenza di qualche film in più che faccia riflettere. Ma forse - relativizza Streiff - è il segno dei tempi. Spero che la signora Bignardi osi di più l'anno prossimo".
Adesso però, a proiettori spenti la direzione deve rispondere alle necessità di un appuntamento ormai canonico e affermato che non può più crescere senza fare conto su nuove strutture. Dalle sale alla struttura amministrativa si è ormai arrivati al limite di capacità.
Le necessità future
La Confederazione è un importante finanziatore dell'impresa Locarno. L'incasso dei biglietti e degli abbonamenti rimane certamente una fonte fondamentale d'entrata, ma oltre 800'000 franchi vengono direttamente da Berna, permettendo una continuità amministrativa.
Anche il Ticino ha fatto un passo importante. Con un credito di oltre 13 milioni, ripartiti su cinque anni, il legislativo ticinese ha confermando la sua volontà di difendere la manifestazione più importante sul suo territorio.
Il presidente Solari ha affermato in un'intervista: "Un festival che vuole mantenere il suo livello di rilevanza europea deve poter contare su basi finanziarie solide, dunque la vendita dei biglietti, un contributo statale e l'apporto degli sponsor privati".
Per Streiff la formula si dimostra vincente. "Gli sponsor trovano nel Festival una manifestazione ideale ad alta visibilità. Credo che, fintanto che non alzino delle pretese sulla programmazione, sia giusto attingere a questo tipo risorse finanziarie. I mezzi dello Stato vanno concentrati sulla protezione dei monumenti e su altri compiti che non godono della notorietà dell'appuntamento locarnese".
La produzione cinematografica
La Confederazione si dimostra sensibile verso la settima arte. Già adesso, attraverso il suo ufficio per il cinema, è il principale riferimento per la produzione indigena. Il contributo ufficiale, concesso dopo attente verifiche, apre spesso le porte ad altre fonti private e pubbliche che permettono la realizzazione dei progetti.
Per Streiff la situazione è chiara: "Il compito della Confederazione è quello di promuovere i cineasti svizzeri. I mezzi sono limitati, ma continueremo a fare il massimo". Ma nel caso di un aumento delle disponibilità finanziarie non saranno i festival ad approfittarne. "Il film svizzero ha bisogno di più mezzi", si dice convinto Streiff, e l'esempio dell'Unione Europea, che dispone di un programma particolare potrebbe essere l'esempio.
I festival vengono solo in secondo piano. Servono innanzitutto a presentare la varietà della produzione e a favorire la distribuzione. "Il mercato è ancora dominato dalle produzioni hollywoodiane - conferma Streiff - che sono spesso ottime, ma il riferimento unico agli Stati Uniti non può essere nell'interesse della nostra produzione".
"Per questo abbiamo elaborato un progetto, in accordo con gli operatori del settore - conferma Streiff, parlando della nuova legge sul cinema - che prevede una sorta di autotassazione dei distributori di film, per favorire le produzioni più fragili". E con fragili, Streiff intende soprattutto le pellicole europee, ma anche di altre parti del mondo che non hanno accesso alla grande distribuzione.
La nuova legge, bloccata in parlamento in primavera, tornerà in ottobre all'ordine del giorno. Per gli osservatori non ci sono però dubbi che le critiche di dirigismo e centralismo si placheranno. "Il meccanismo è essenzialmente delegato agli operatori e l'Ufficio federale si limita ad una funzione di controllo. Per questo il mercato non è limitato nel suo agire", commenta Streiff.
La Svizzera del cinema dunque comincia per Streiff nelle sale cinematografiche che devono avere una programmazione più ampia. La seconda colonna sono i festival - Locarno, ma anche Soletta e gli altri piccoli forum regionali - e la Confederazione continuerà a sostenere queste iniziative.
Daniele Papacella

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